sabato 16 marzo 2013

Rimini. Lavoro sfruttato, Rinaldis (Aia): Il turismo merita rispetto (Articolo pubblicato dal portale Inter-Vista)


Patrizia Rinaldis, presidente di Aia Rimini, ieri c’era al consiglio comunale tematico sul lavoro sfruttato, ma non ha preso la parola. “Non sono intervenuta. Ho ascoltato tutto e posso dire serenamente che non è quello il modo, non sono le accuse il metodo con cui si cambiamo le cose. Io non mi metto in quel tipo di polemica stantia. Ho sentito cose vecchie di vent’anni. La verità è che non ci sono buoni e cattivi. Coi tempi che corrono oggi se vogliamo risolvere la situazione ci tiriamo su le maniche e lavoriamo insieme, perché ci sono cattivi imprenditori e ci sono anche cattivi dipendenti. Quello che mi ha infastidita sono state le accuse generalizzate che ho sentito. Il turismo merita rispetto. Le aziende serie meritano rispetto”.

Rispetto al tema del lavoro nero e dello sfruttamento degli stagionali, Aia ha da tempo iniziato a lavorare “con Prefettura, organi ispettivi e sindacati, perché se vogliamo portare a casa risultati attacchi come quelli di ieri non portano da nessuna parte. Io credo che il turismo, piaccia o no, sia l’economia portante di questo posto ed è ora, proprio in momenti delicati come questo, di cambiamento, che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Come noi stiamo già facendo”.

Il presidente di Aia parla di formazione e cita ad esempio un convegno che l’associazione ha organizzato proprio oggi pomeriggio con in platea circa 200 albergatori. “A tema – spiega Rinaldis – è stata la guerra alla svalutazione dei prezzi delle camere perché il prezzo non crea valore e non è l’unico ingrediente per salvaguardare il cliente. E’ stata un incontro bellissimo. Ci siamo lasciati con la consapevolezza che il prezzo basso non dà valore al nostro lavoro. Stiamo cercando di invertire le rotte. Quello che voglio dire è che invece di portare avanti vecchie polemiche è invece più utile aumentare la qualità del lavoro e degli strumenti che abbiamo a disposizione attraverso la consapevolezza che siamo tutti dalla stessa parte. Perché se noi chiudiamo le aziende non c’è più chi dà lavoro ai dipendenti”.

E’ questo quello che Aia cerca di fare per contrastare il ricorso allo sfruttamento degli stagionali, “dare degli strumenti agli imprenditori e offrire formazione, però basta con questa ideologia de buoni e dei cattivi. Bisogna invece lavorare insieme e dare qualità al nostro turismo. E posso dire che ci sono anche imprenditori e dipendenti che lavorano bene (lo ha ammesso anche la Direzione del lavoro che con noi ha un rapporto costruttivo). E’ a loro che fanno male accuse come quelle di ieri sera. Il nostro obiettivo è proprio quello di salvaguardare chi lavora bene. Non sono tutti delinquenti, né da una parte né dall’altra”.

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